ST. JAVELINST. JAVELINST. JAVELINST. JAVELIN

Un progetto di Julia Krahn

Bandiere di Pace

Ritratti di donne rifugiate ucraine

ST. JAVELIN è l’ultimo progetto fotografico di Julia Krahn in cui l’artista invita le donne rifugiate ucraine a raccontarsi attraverso immagini e interviste (leggibili cliccando sul link sotto le foto).

ST. JAVELIN è il nome di una Santa nata in guerra, ispirata al missile “Javelin” mandato in Ucraina in sostegno della resistenza, diventata il simbolo di una Madonna protettrice. Proprio il paradosso di una madre che tiene in mano un’arma, la morte invece della vita, è stato il motore che ha avvicinato Julia Krahn alle donne ucraine.

L’unica arma che l’artista intende usare è l’empatia, da qui la scelta di inserire un autoscatto nel progetto. L’artista ha in mano la sua arma, il pulsante della macchina fotografica e invita le rifugiate a fare lo stesso, descrivendo le proprie armi di resistenza quotidiana, fatte per costruire e mai per distruggere. Una madre non sceglierebbe mai la guerra per i propri figli.

“Non parlo della guerra, delle sue impossibili ragioni per esistere o di chi la sta tenendo accesa, ma delle persone che la subiscono. Indifferentemente da pensiero, posizione o status, sono fuggite per salvare i loro bambini e hanno lasciato indietro i loro mariti. Oltre alla propaganda esistono persone reali. Ognuno con la sua storia. Io accolgo in studio chi ha voglia di condividere la sua.” (JK)

Il progetto nasce in collaborazione con il Comune di Sorrento e l’associazione culturale Festivà.

Si ringrazia l’Associazione I Penultimi e la Galleria Giampaolo Abbondio.

Mostre

In corso

Museo Novecento – Firenze (IT)
a cura di Sergio Risaliti
25 Nov 2022 – 29 Gen 2023


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Eventi passati

Festival PhEST – Monopoli (IT)
9 Set – 1 Nov 2022


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Ukrainian Independence Day – Montréal (CA)
24 Ago 2022


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Paxos Biennale – Paxos (GR)
4 Giu – 1 Ott 2022


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ST. JAVELIN – Sorrento (IT)
27 Mag – 3 Lug 2022 / prorogata 3 Ott 2022

ALEKSANDRA (Mimose)


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MARINA (Maternità)


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LESYA (Disarmo)


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JULIANA (Pane-Palianytsia)


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OLGA (Oranta di Kiev)


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OLENA (Propaganda)


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KIRA (Futuro)


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GAIA (Morte)


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SASHA (432 Hz)


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JULIA (Cultura)

“Mi sono permessa di indossare il blu come le donne da me ritratte, proprio perché percepisco il mio mestiere come un’arma importantissima contro la guerra.

La cultura è come una terra fertile, dove la vita cresce bene. L’arte ha da sempre creato ponti fra mondi e pensieri diversi. Lei sa andare oltre la guerra.

È testimone, memoria ma anche rivoluzione, energia vitale.

In queste ultime settimane sono cosi, tutta blu.

Soffro con le donne e il loro paese. Cerco anche di proteggermi, più che altro dai media e dall‘ignoranza. Ma non ho paura. Mi difendo con quello che so fare, la mia arte, l‘autoscatto.

Perché per guardare il mondo con occhi aperti credo si debba prima guardarsi dentro, in profondità.”



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